C’è un momento, durante ogni cammino scout, in cui ti fermi, ti volti indietro e ti rendi conto di quanto in alto sei arrivato — e non solo in senso geografico. Il nostro cammino di quest’anno è stato proprio così: un viaggio che ci ha portati da Piai alla Marmolada, passando per forcelle impervie, paesaggi mozzafiato, notti stellate e sfide che ci hanno fatto crescere, come singoli e come gruppo.
Siamo partiti da Piai, con gli zaini carichi di tutto il necessario (e anche qualcosa in più, come sempre...), lo spirito alto e la voglia di metterci in cammino. La prima salita è stata una di quelle che mettono subito le cose in chiaro: non sarebbe stato un cammino comodo, ma sicuramente indimenticabile.
Abbiamo attraversato diverse forcelle, ognuna con il suo carattere: alcune più dolci, altre più aspre, ma tutte ci hanno regalato panorami che ci hanno lasciato senza fiato. Ogni passo in salita era una conquista, ogni discesa un’occasione per recuperare fiato e per raccontarci qualcosa in più. La montagna, con i suoi ritmi lenti e la sua maestosa indifferenza, ci ha insegnato ancora una volta il valore della pazienza, dell’ascolto e del rispetto.
I pernottamenti sono stati parte integrante dell’esperienza: qualche notte in tenda, dove il rumore del vento faceva tremare le ossa, e qualche notte in bivacco, dove abbiamo riscoperto il senso autentico della condivisione. In pochi metri quadri, tra sacchi a pelo e risate sussurrate, si costruisce qualcosa di raro: una vera comunità.
L’ultimo tratto del nostro cammino ci ha condotti verso la Marmolada, la Regina delle Dolomiti. Lì, davanti a quella maestosa distesa di roccia e ghiaccio, abbiamo sentito tutta la potenza della natura e la bellezza del nostro essere scout. Ce l’avevamo fatta. Insieme.
Non è stato solo un cammino fisico, ma un percorso interiore. Abbiamo imparato ad aspettarci, a sostenerci nei momenti di difficoltà, a condividere il silenzio così come il canto. Abbiamo lasciato impronte leggere sui sentieri di montagna, ma tracce profonde nei nostri cuori.