Fede, servizio, strada, comunità: sono questi i capisaldi del Clan e del Noviziato, che insieme formano la Branca R/S, e che si impegnano per lasciare il mondo un po' migliore di come l'hanno trovato. Avendo ormai raggiunto una certa età, i rover e le scolte impiegano le loro attività esplorando temi di attualità, sia mondiale che locale, e cercando poi di fare il possibile per dare un loro contributo alla comunità.
Cosa possiamo fare noi per la pace?
Una domanda complicata, provocante, quasi retorica, ma altrettanto significativa.
Una domanda che noi, il Clan del gruppo scout Conegliano 1, ci siamo posti negli ultimi mesi.
Una parte consistente delle nostre attività annuali sono rivolte al “Capitolo”, il quale consiste nel riflettere su un tema di attualità attraverso testimonianze, film, eventi, per poi concludersi con l’Azione Concreta, ovvero una restituzione alla comunità delle conoscenze acquisite.
Quest’anno, ispirati dalla situazione internazionale, e quasi -sventuratamente- anticipando nuovi tristi scenari, abbiamo optato per un “Capitolo” sulla pace e sulla non-violenza, parole che diventano ogni giorno sempre più auspicabili.
L’idea, nata durante l’inverno, ha iniziato a prendere forma nei primi mesi dell’anno, e ha visto il suo primo importante passo nell’incontro con Gianluca Colucci, dottore natio delle nostre zone che dall’inizio della guerra in Ucraina è in prima linea nel portare medicinali e risorse in quella terra martoriata ormai da anni. Al fianco dell’associazione SmartMedicalAid, Gianluca ha istruito numerosi medici sui trattamenti da fornire ai militari feriti sul campo, fino a creare un suo proprio progetto, IOLE (Improving Outcomes in Laparoscopy by Education), con il quale fornisce gli strumenti per effettuare la laparoscopia e la insegna, con l’obiettivo intramontabile di salvare quante più vite umane possibile. Attraverso gli scatti e le parole del dottore ci siamo resi conto di come il Bene agisce anche dove sembra non rimanga altro che distruzione e rovina; la sua testimonianza ci ha mostrato che anche persone “ordinarie”, senza alcun potere né carica formale, possono fare la differenza, una differenza che salva vite umane.
Un'altra figura che ha avuto un enorme impatto umanitario è stata Desmond Ross, la cui storia è stata ripresa nel film "La Battaglia di Hacksaw Ridge": arruolatosi nell'esercito statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale, Desmond rifiutò completamente la violenza che lo circondava, tanto da non voler neanche impugnare il fucile d'ordinanza, e si concentrò invece nel salvare i commilitoni feriti rimasti sul campo di battaglia. L'aver salvato 75 soldati sull'isola di Okinawa gli valse la Medaglia d'Onore, il più alto riconoscimento militare assegnato dagli Stati Uniti, rendendolo il primo obiettore di coscienza a meritare questa prestigiosa decorazione.
L'ultimo tassello del nostro percorso è stata la partecipazione all'Assemblea della Rete Italiana Pace e Disarmo, avvenuta a Verona ad inizio aprile.
Ospitata nel Palazzo della Gran Guardia, l'assemblea è durata un intero fine settimana, e noi abbiamo partecipato alla riunione conclusiva del primo giorno, nella quale i vari gruppi di lavoro hanno esposto le loro riflessioni e suggerimenti per rendere il mondo un posto migliore. Conclusasi la riunione abbiamo avuto la fortuna di parlare direttamente con Massimo "Mao" Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento Nazionale: ci ha parlato di un personaggio a lui molto caro, Alexander Langer, eurodeputato e pacifista, il quale si spese molto per la guerra nei territori jugoslavi di quegli anni. A proposito di Jugoslavia...
Oltre al Capitolo, il Clan ha un altro grande obiettivo annuale: la Route, una settimana estiva di campo mobile, per camminare insieme e vivere la comunità al massimo. E più si parlava di pace e non violenza, più è emersa la volontà di delineare una Route che si ponesse in continuità con questi grandi temi. Dopo riunioni su riunioni passate a riflettere, ecco che si presenta la soluzione: il Progetto Bosnia dell'Agesci, un programma che ogni anno permette a Clan da tutta Italia di trascorrere una settimana in questo Paese, per comprenderne, attraverso il servizio verso chi è nel bisogno, la storia e la cultura multietnica. E noi, dopo lunghe iscrizioni e incontri formativi, avremo la fortuna di vivere questa incredibile esperienza ad agosto.
Dunque, con aprile abbiamo concluso il nostro percorso di scoperta di questo vasto quanto fondamentale tema, la pace, ma mancava ancora qualcosa, non potevamo concludere conservando le lezioni apprese solo tra di noi.
“Cercate di lasciare questo mondo un po' migliore di quanto non l'avete trovato” disse Baden Powell, fondatore dello scoutismo. Seguendo questo insegnamento, abbiamo iniziato a pensare come avremmo potuto lasciare il mondo un po’ migliore anche noi del Clan. Ci sono venute in mente diverse idee: una conferenza, un dibattito, una marcia, ma nessuna di queste ci convinceva. Fino a quando, un giorno, ci viene proposto di partecipare al "Festival Cultura Liberata", e ci è sembrata subito l’occasione migliore per poter trasmettere alla cittadinanza quello che avevamo appreso. Così, sabato 21 giugno, di fronte al Duomo di Conegliano, abbiamo proposto alle persone di attraversare un “bunker” costruito da noi, al cui interno si potevano trovare suoni, immagini e oggetti di guerra. Alla fine del percorso, i visitatori hanno trovato tre banchetti dove offrivamo altrettante attività; la prima portava a riflettere sul fatto che non tutte le cose sono come ci appaiono, la seconda spiegava il dilemma etico posto dalle Banche armate, invitando a meditare su quali sono le mani a cui affidiamo i nostri risparmi (e cosa ne fanno), e l’ultima spiegava gli obiettivi delle già citate associazioni SmartMedicalAid e IOLE.
È stato per noi molto significativo poter parlare con gli altri cittadini di temi così profondi e importanti, ci ha fatto molto piacere metterci in gioco e speriamo di aver lasciato un “segno” anche negli altri.
Eccoci quindi giunti alla conclusione del nostro Capitolo, dal nome "Azioni di pace in situazioni di conflitto". In questi mesi abbiamo imparato molte cose, sul mondo, sulla Storia, e anche su noi stessi, in quanto abbiamo scoperto che sì, per quanto sia impegnativo o limitato, tutti noi possiamo dare un contributo alla Pace.
Perché in fondo, come disse un grande pacifista, bisogna essere il cambiamento che si vuole vedere nel mondo, e noi siamo decisi a vedere un grande cambiamento.